sabato 5 gennaio 2013

Teilhard de Chardin



(da: “Lo spirito, questo sconosciuto”, di J. E. Charon)


Noi siamo logicamente portati a supporre in ogni corpuscolo di materia l’esistenza rudimentale (allo stato infinitamente piccolo, ossia infinitamente diffuso) di una qualche psiche”.
(Le Phénomène humain)


Teilhard non era un fisico, ma un antropologo. Non ha quindi tentato di basare la sua convinzione su ricerche di Fisica teorica concernenti la struttura delle particelle elementari. Ma ha saputo affrontare questo problema con una logica tutta scientifica, scendendo dal generale al particolare, per mezzo di un minuzioso studio dell’evoluzione dell’Universo intero, dal Minerale al Vivente e dal Vivente al Pensante.

Per Teilhard quindi esiste già qualche cosa come il cosiddetto Spirito negli elementi più semplici della Materia, ossia nei protoni, neutroni e negli elettroni che fanno parte di ogni materia duratura. Ma questo “qualche cosa” è così leggero, così diffuso, in rapporto allo Spirito come noi lo percepiamo, per esempio attraverso il pensiero umano, che può essere considerato come un “germe”; è questo germe che, con il tempo, darà poi l’albero, le foglie, i fiori e i frutti. E questo cammino avrà luogo, gradualmente, attraverso miliardi di anni di ogni evoluzione, con ii passaggi di “soglia” in cui lo Spirito, bruscamente, supera una tappa che lo fa penetrare in una nuova fase, senza misura comune con la fase precedente. Si avrebbe così la soglia che separa la materia organica dalla materia minerale, con apparizione della prima cellula vivente. Poi, nel corso del cammino del Vivente, si assisterebbe al raggiungimento di una nuova soglia, con l’apparizione del Pensante. E con l’Uomo, Teilhard saluta la venuta del Pensiero nell’Universo[1].

Teilhard prevede per il futuro un essere “ultra-pensante”, continuazione evolutiva logica dell’Uomo. Questo sviluppo progressivo del Pensante convergerebbe alla fine verso uno stato dell’Universo a pura spiritualità, che egli denomina “Punto Omega”: e questo non è che un altro nome che Teilhard dà al Dio del Cristianesimo.

Un’altra esemplificazione del modo in cui progredisce la coscienza di pari passo con la complessità, è quella di cui Teilhard parla per il futuro dell’evoluzione umana, nel corso del quale l’Uomo passerebbe dal livello pensante a un livello ultra-pensante. Noi assistiamo, con il progresso delle tecniche di comunicazione, alla tendenza a mettere la totalità dell’informazione disponibile sulla Terra a disposizione di ogni uomo; del resto, non è vietato pensare al momento in cui l’azione individuale di ciascuno potrà incorporarsi armonicamente nell’azione dell’insieme dell’umanità. In breve, si può ammettere che la nostra umanità terrena, in cui ciascuno tira ancora l’acqua al proprio mulino (è il minimo che si possa dire), vedrà un giorno congiungersi tutti gli sforzi per partecipare agli stessi “nobili” obiettivi. Allora si sarà creata sulla Terra una Umanità (con la U maiuscola) che costituirà un vero e proprio nuovo essere evolutivo, nello stesso senso in cui l’Uomo costituiva un nuovo essere evolutivo in relazione a ciascuna delle cellule viventi del suo corpo.

Ma, aggiunge Teilhard, se questa Umanità è veramente un nuovo essere evolutivo, questo si riconoscerà dal fatto che sarà psichicamente “ultra-pensante”: ossia disporrà, per lo sforzo congiunto dei pensieri che funzioneranno in armonia con tutti i suoi elementi umani, di un pensiero più “cosciente” (più elevato, più efficace) di quello dell’Uomo prima dell’Umanità. E, per una specie di riflessione del Tutto verso l’Uno, l’Uomo individuale che comporrà questa Umanità disporrà allora, finché apparterrà a questa Umanità, di queste qualità ultra-pensanti di cui ha saputo dare prova l’Umanità considerata come un tutto.




[1] Non si deve dimenticare che Teilhard era un padre gesuita e che è sempre rimasto fedele alla sua fede cristiana. Certamente questo spiega perché egli ha pensato a una evoluzione in cui l’Uomo giocherebbe un ruolo a parte, e sarebbe in ogni caso un punto essenziale di convergenza di ogni processo universale.

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